peccato la critica sia stata tanto impietosa,personalmente a me il libro e’ piaciuto un sacco,lo trovo ricco di spunti di humor(la coppia filippina degli Abalos e i loro improbabili racconti del proprio paese,la figura semi-demenziale dello psicologo,papa’ dell’aspirante suicida, con le sue analisi e diagnosi da quattro soldi sui disturbi della figlia adolescente)…forse cio’ che disturba l’autrice della critica e’ proprio la scelta di nomi aristocratici nonche’ di una certa ambientazione snob ed altolocata, ma come non condividere con la scrittrice la critica ed in fondo la condanna spietata (la respiri tra le righe) a questo tipo di societa’,popolata da personaggi frivoli egoisti e feroci nello stesso tempo(gli adulti)da una parte, e da ragazzine allo sbaraglio dall’altra,profondamente sole ed abbandonate nell’eta’ piu’ incerta della loro vita…lo trovo invece un grande libro,denso di significati anche nelle parti piu’ marginali, uno spaccato di vita di piccolo paese di provincia con le sue dinamiche interne
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